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Economia, riforma delle BCC. Lo strappo di Civitanova: «Dobbiamo stare uniti»

BCC Credito Cooperativo

BCC Credito Cooperativo

di Claudia Grandi  (Il Messaggero – Ancona)

Il presidente della Federazione Di Colli: «Comprendo le ragioni, ma gli istituti della regione devono fare massa»

«Di fronte a un percorso di riforma così delicato è normale che ci sia una dialettica tra le parti. Passare da una logica di autonomia ad una di gruppo crea ovviamente perplessità. È mio obiettivo, però, mantenere la coesione delle Banche marchigiane e credo che, alla fine, ci si riuscirà». Così il direttore della Federazione marchigiana delle Franco Di Colli, all’indomani dell’annuncio, da parte del presidente della BCC di Civitanova, Sandro Palombini, della richiesta di recesso parziale alla Iccrea Holding spa, fornitrice dei servizi alle Banche di credito cooperativo e candidata a rivestire il ruolo di capogruppo unica della legge. Un annuncio arrivato alla vigilia dell’approvazione in Senato, dopo l’ok della Camera due settimane fa, del decreto legge sulla riforma delle Banche di Credito Cooperativo: ieri il via libera a Palazzo Madama, dove il Governo ha posto la fiducia sul provvedimento. Dunque, da ieri, è legge la riforma che, nelle Marche, riscuote l’adesione della gran parte delle pur con eccezioni: Civitanova è tra queste. E anche se la volontà di recedere parzialmente dalla Holding non è collegata al processo di riforma (la decisione è stata presa a seguito della modifica dello statuto della holding che mina, secondo Palombini, la possibilità delle piccole e medie di incidere sulla governance della società), l’ipotesi che la stessa possa diventare la capogruppo unica delle Banche di Credito Cooperativo a seguito della riforma può aver pesato. Ma l’auspicio di Franco Di Colli è che il dissenso di Civitanova non sfoci in una sua chiamata fuori dal futuro assetto delle BCC italiane, in cui le Banche aderiranno a un gruppo bancario cooperativo con capofila una spa con patrimonio non inferiore a un miliardo di euro. «Anzitutto – dice Di Colli – non c’è alcuna certezza che Iccrea Holding spa sarà la capofila del sistema: non è una banca e dunque, a meno di diventarlo, non potrà ricoprire quel ruolo». Tra le ipotesi, capogruppo potrebbero essere una newco o il soggetto nato dall’eventuale fusione tra Iccrea Banca (società di Iccrea Holding spa) e Cassa Centrale Banca. Per di più, le banche che scelgono di non aderire al gruppo bancario unico potranno farlo, ma a condizione – pena la liquidazione – che abbiano riserve di almeno 200 milioni. Una clausola che non interessa le Marche: nessuna regionale raggiunge infatti tale soglia, inclusa Civitanova. «In ogni caso – conclude Di Colli – con l’approvazione del decreto al Senato si è creata la cornice legislativa, ma ci vorranno 18 mesi per concludere il processo di riforma. La situazione, dunque, è in costante evoluzione: occorre ora l’emanazione di un decreto da parte del MEF e della normativa secondaria da parte di Bankitalia». Nelle Marche sono 19 le Banche attive, per 210 sportelli e 55.000 soci. Tutte insieme rappresentano il secondo operatore della regione dopo BdM con una quota di mercato del 16%, vantano una raccolta diretta complessiva di 7,3 miliardi di euro e un utile di 29 milioni.

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