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marzo 2016
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Arte. Buon compleanno Jannis!

Jannis Kounellis

Jannis Kounellis

Jannis Kounellis, uno dei più grandi artisti dell’arte povera, oggi compie 80 anni. Nato il 23 marzo 1936 in Grecia, appena ventenne arriva in Italia per iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Fin dai suoi primi lavori s’intuisce la volontà di prendere le distanze dall’estetica tradizionale. Indimenticabile la mostra del 1969 nella galleria L’Attico di Fabio Sergentini dove presenta I Cavalli legati alla parete. Significativa la famosa porta chiusa esposta prima a San Benedetto del Tronto e poi con alcune modificazioni strutturali, pur sempre poetiche, a Roma, Mönchengladbach, Baden Baden, Londra e Colonia. Davanti alla sua opera è impossibile mantenere un certo distacco perché in essa arte e vita si fondono e inducono a riflettere sull’esperienza umana. Vorrei ricordarlo oggi con un’opera esposta alla mostra “Rumbling Shoes” nel 2011, nella galleria Permariemonti di Gino Monti quando aveva sede a Civitanova Marche. Una grande scultura formata dall’assemblaggio di materiali diversi come la lamiera, sacchi di juta, scarpe usate e un mandolino. Sono frammenti di un tempo vissuto, dove ogni singolo elemento si relaziona con ogni altro per creare nuove grammatiche emotive. La semplicità degli oggetti unita alla smisurata profondità del simbolo, tendono alla stessa ricerca di verità della vita. Tre scarpe, differenti l’una dall’altra, sono tracce di esistenze distinte ma unite, per riconoscersi in un’identità collettiva che diventa memoria. Dal passato si proiettano al futuro, arrivandoci a piccoli passi, in un vagabondaggio interiore e avventuroso, per regalarsi un angolo di esistenza dove recuperare la propria vera natura. E’ un’esperienza del tempo in rapporto con la coscienza. L’opera è un elogio alla lentezza, tema particolarmente legato al Mediterraneo, vista come possibilità affinché non scompaia tutto nell’oblio. Gli oggetti evocano atmosfere partenopee in memoria del lunghissimo sodalizio dell’artista con Napoli, città custode dell’ultimo respiro di Leopardi. Così, accompagnati da melodie provenienti dal cuore di un mandolino, contempliamo la “lenta ginestra”, sull’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo. Una passeggiata nel mistero dell’arte dove vi è contenuto il destino del mondo.

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