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“Marche: il futuro possibile”, la relazione del Prof. Pietro Alessandrini

Progetto Marche +20

Progetto Marche +20

Venerdì 8 Gennaio 2016 si è tenuto, presso la Sala Consiliare del Comune di Loreto, il convegno “Marche: il futuro possibile”, organizzato dall’Associazione “Aldo Moro”; sono intervenuti il Prof. Pietro Alessandrini, ordinario di Politica Economica presso l’Università Politecnica delle Marche, e Sauro Longhi, Magnifico Rettore della suddetta università e cittadino loretano.

Dopo l’introduzione del Dott. Andrea Giulietti, neopresidente dell’associazione loretana che organizza incontri di rilevanza culturale e sociale, e il saluto del Sindaco di Loreto, Dott. Paolo Nicoletti, il Prof. Alessandrini ha presentato il Progetto Marche +20, rapporto dettagliato sulle prospettive economiche delle Marche commissionato dalla regione stessa.

Secondo il Prof. Alessandrini, compito dell’economista non è prevedere il futuro ma aiutare a prevenire problemi ben identificabili.

Prima la crisi del 2007 e poi quella del 2011 hanno messo in crisi il modello marchigiano dei distretti industriali; la riduzione netta del numero di imprese, infatti, è stata maggiore rispetto alla media italiana.

La bassa produttività industriale indica che è necessario non solo investire per ampliare la capacità produttiva, ma anche cambiare modo di produrre e competere, sfruttando quelli che il docente ha definito assi trasversali dello sviluppo: cultura, energia e infrastrutture.

Grande importanza rivestono oggi le infrastrutture immateriali, in particolari le reti digitali, ambito in cui, purtroppo, si registrano forti ritardi nazionali e regionali.

Il Prof. Alessandrini ha precisato che le imprese marchigiane possono anche rimanere di piccola dimensione a patto, però, che si formino circuiti di collaborazione e qualità grazie all’emergere di imprese medie che diventino leader di tali reti.

La periferizzazione della regione rappresenta oggi un rischio tanto economico quanto sociale: il benessere e la qualità della vita che in passato hanno contraddistinto le Marche a livello nazionale ed europeo non sono garantite in futuro.

Problemi demografici quali invecchiamento e immigrazione rischiano di mettere in crisi i servizi al cittadino e ridurre la coesione sociale della popolazione, mentre la progressiva perdita del controllo di attività strategiche e il mancato ricambio generazionale degli imprenditori sono fenomeni in essere già da tempo.

Le Marche, ha sottolineato il docente, sono la prima regione per occupati e la seconda per valore aggiunto (dopo il Lazio) nel settore delle industrie culturali e creative; il patrimonio artistico-culturale è caratterizzato, però, dalla mancanza di grandi poli centrali di attrazione turistica, a differenza di quanto accade in altre regioni (Venezia per il Veneto, ad esempio).

Si rendono perciò necessari investimenti di riqualificazione dei numerosi centri storici e la sensibilizzazione dei cittadini alla partecipazione culturale, per valorizzare un patrimonio diffuso che altrimenti rischia di rimanere terreno fertile incolto.

Al termine della relazione, il Magn. Rett. Sauro Longhi ha notato come le generazioni marchigiane precedenti, grazie all’intraprendenza e alla solidarietà tipiche del mondo contadino e artigianale, siano state in grado di trasformare i problemi che emergevano in opportunità: generazioni longeve ed emigrate in tutto il mondo.

Secondo il rettore, non è possibile contrastare intercultura e pluralità, che rappresentano il futuro dell’Europa in un mondo sempre più mobile e interconnesso; bisogna, invece, sfruttare quelli che ha definito i “giacimenti culturali” della regione valorizzandoli grazie alle nuove tecnologie, anche a servizio della popolazione anziana.

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