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David Bowie: ecco Blackstar, il nuovo album per il 69esimo compleanno

David Bowie

David Bowie

di Raffaella Oliva – iodonna.it

Il Duca Bianco è tornato: il nuovo disco lo ha completato da casa propria a Manhattan ed è molto diverso dal precedente The Next Day. Ma di tour non se ne parla…. l’ultimo concerto è stato nel 2006

Un album non rock: questa è stata la linea guida fornita al fidato produttore Tony Visconti per Blackstar, ultima fatica di David Bowie in uscita oggi, giorno del suo sessantanovesimo compleanno. Un disco al quale il Duca Bianco ha lavorato sia in studio sia nella sua casa a Manhattan con un obiettivo preciso: proporre qualcosa di completamente diverso dal precedente The Next Day. Un lavoro emozionante, toccante, intrigante, in realtà anche rock nel senso più ampio del termine; non a caso in un’intervista alla rivista britannica Mojo lo stesso Visconti, parlando della decisione di Bowie di “evitare il rock”, ha precisato: «David ha voluto musicisti jazz per suonare il rock. Avere ragazzi jazz che suonano rock vuol dire capovolgere tutto».

Immaginatevi di essere un musicista e di ricevere un’email da David Bowie che vi chiede di incidere un pezzo con voi. È quanto accaduto al sassofonista Donny McCaslin, che in sostanza – così ha raccontato – si è sentito dire dal Duca Bianco qualcosa come «ti ho visto dal vivo con il tuo quartetto jazz al 55 Bar di New York; non è che tu e il tuo batterista Mark Guiliana vorreste lavorare con me?». Probabilmente all’inizio avrà pensato a uno scherzo, invece era tutto vero, a volerlo era proprio lui, l’autore di canzoni-capolavoro come Space Oddity, Heroes, Ziggy Stardust, Life on Mars?, Rebel Rebel, un mito per diverse generazioni, un cantante, musicista, anche attore, con alle spalle oltre quarant’anni di carriera, ma che nel tempo è riuscito a reinventarsi più volte senza abbassare mai l’asticella. Il che non significa che tutta la sua produzione sia dello stesso livello, ma basti pensare a The Next Day, il bellissimo disco di Bowie uscito tre anni fa dopo un silenzio di circa dieci anni, per rendersi conto che a differenza di tanti altri colleghi della sua età il Duca Bianco c’è ancora e c’è per davvero.

David Bowie

David Bowie

Portrait of pop singer David Bowie in train carScendendo nei dettagli, Blackstar si presenta come un viaggio di poco più di quaranta minuti, di cui dieci occupati dalla title track, una perla scritta per una serie televisiva sul crimine nell’Est Europa, The Last Panthers («David mi ha detto che parla dell’Isis», ha dichiarato, dal canto suo, McCaslin, ma a tal proposito mancano conferme). Un viaggio dal mood piuttosto scuro, che fonde melodia, jazz, sperimentazione, atmosfere sospese, ritmiche ricercate, echi di drum’n’bass, e che assieme alla voce di Bowie vede protagonista il sassofono. Il tutto arricchito, benché meno di quanto previsto, dalla presenza di James Murphy degli LCD Soundsystem, figura fondamentale della scena newyorkese e internazionale, fondatore della DFA Records, che suona le percussioni in due tracce. E ancora, da testi ricchi di suggestioni (in Girl Loves Me si notano alcune parole tratte da Arancia Meccanica, film-cult di Stanley Kubrick) e una chiusura di un’intensità rara, che entra nel profondo: I Can’t Give Everything Away.

E ora? Di tour non se ne parla, l’ultimo concerto del Duca Bianco risale al 2006 e, forse a causa di alcuni problemi cardiaci (nel 2004 è sopravvissuto a un attacco di cuore), niente fa pensare che abbia intenzione di risalire su un palco. In compenso – ma forse per i fan più sfegatati è una magra consolazione – nella Grande Mela sarà in scena al New York City Theatre fino al 19 gennaio Lazarus, musical scritto proprio da Bowie con Enda Walsh, con colonna sonora di Bowie, la cui sceneggiatura riprende la trama di L’uomo Che Cadde Sulla Terra, film interpretato sempre da Bowie nel 1976. La produzione teatrale potrebbe approdare anche in Europa, ma il condizionale è d’obbligo. La verità è che Bowie – che, per la cronaca, è sposato da 23 anni con la modella, attrice e imprenditrice Iman, classe 1955 – non ha nemmeno più bisogno di apparire, può permettersi di lasciar parlare la sua arte: lo ha dimostrato anche il successo della mostra itinerante David Bowie Is…, inaugurata al Victoria and Albert Museum di Londra nel 2013 e diventata in seguito un documentario distribuito prima nei cinema, poi in dvd. Non stupisce che in questi giorni stia circolando su Internet un’applicazione che, nel momento in cui l’utente inserisce la propria età, mostra i traguardi raggiunti da Bowie quando aveva gli stessi anni. Qualche esempio: a 15 anni ha formato la sua prima band, The Kon-rads; a 20 ha dato alle stampe il suo primo album; a 25 stava finendo di mettere a punto il look del suo “alter ego” Ziggy Stardust; a 33 ha recitato a Broadway nella pièce The Elephant Man; a 42 ha dato vita a un altro gruppo, i Tin Machine; a 48 era già al diciannovesimo disco. E così via. Non a caso il programmino – a tratti ironico, va detto – si chiama Supbowie: a quasi settant’anni il Duca Bianco è ancora un supereroe per molti; non salverà il mondo, ma il suo talento, il suo carisma, il suo rigore misto al desiderio mai sopito di mettersi continuamente in gioco fanno bene all’anima e non smettono mai di sorprendere.

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