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Nuova Banca Marche… nuovi problemi per i creditori marchigiani?

L'avvocato dei consumatori, Dott. Corrado Canafoglia

L’avvocato dei consumatori, Dott. Corrado Canafoglia

Pesaro, 15 dicembre 2015 – Si fa presto a dire che adesso ci pensa l’avvocato Corrado Canafoglia dell’Unione nazionale consumatori a dare battaglia. Ma a chi? Infatti gli obiettivi sono vari. Nell’assemblea di ieri al Flaminio, l’avvocato dei consumatori chiamato da Sandro Forlani dell’associazione dei dipendenti di Banca Marche, parte largo ma parla forte per «evitare che qualcuno si annoi». Davanti a lui infatti aveva una platea con età media da pensione, la fascia più colpita. Tra la gente, una giovane avvocatessa: «Sono qui per mio padre. Era la sua banca. Ha comprato negli anni 200mila euro di azioni e adesso non ha più niente. Per reazione, non parla più da dieci giorni. Spero che si riesca a fare qualcosa per riavere indietro qualcosa». L’avvocato Canafoglia ha portato delle «slide» molto larghe e di facile comprensione ma la platea capiva meglio quando è entrato nel dettaglio di dove colpire: «Dobbiamo avere diversi obiettivi, a cominciare dal vecchio cda della banca, dal collegio dei sindaci revisori, del direttore generale, dei vice, delle società di revisione. A quei signori diremo: azionate le vostre assicurazioni personali che vi coprono per gli errori fatti perché altrimenti vi trasciniamo in tribunale. Se qualcuno dice sì, non lo denunceremo, chi dice no lo portiamo a processo. Ma nello stesso momento dobbiamo puntare su Bankitalia, vogliamo sapere che cosa hanno fatto in due anni di lavoro i commissari insieme al direttore Goffi, il quale è stato pure indagato per bancarotta così comeNicastro ha avuto guai con la giustizia così come la società di rating da cui proviene la Pierdicchi, che dovrà gestire la vendita all’asta della nuova banca Marche. Io di queste persone non mi fido – ha ripetuto l’avvocato Canafoglia – voglio gente specchiata, estranea a indagini o legami col vecchio sistema» ma dal pubblico qualcuno ha urlato che lui sogna, che in Italia persone così non esistono. Poi l’avvocato ha annunciato anche un’altra proposta: «Cominciamo a dire che portiamo via i conti, che non li teniamo più in banca. Ma vi assicuro che in questa storia l’anello debole è sicuramente Banca d’Italia. Vendeva azioni quando c’erano già i commissari ma soprattutto come ha giudicato in sofferenza degli asset stando in ufficio, come hanno potuto capire che un cliente non era recuperabile, chi ha fissato quel 17 per cento piuttosto che un 20 per cento, e poi quei soldi che si faranno dalla vendita della bad bank e dei suoi crediti in sofferenza, dovranno tornare agli azionisti e obbligazionisti. Sono soldi di tutti loro». Infine l’avvocato Canafoglia ha detto che parla a nome di almeno 3000 azionisti che sono rimasti all’asciutto, ed ha urlato il suo indirizzo mail per farsi mandare le storie e le situazioni di ognuno in modo da ricostruire la sua storia economica con la Banca.

Resto del Carlino – Provincia Pesaro e Urbino

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