bacheca social

FAI UNA DONAZIONE





Sostieni questo progetto


A tutti i nostri lettori

A tutti i nostri lettori . Andremo dritti al punto: vogliamo chiederti di proteggere l’indipendenza dello Specchio Magazine. Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste un caffè, potremmo permetterci di far crescere l’Associazione lo Specchio e le sue attività sul territorio. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è il prezzo di una colazione o di una rivista nazionale. Questa è la maniera più democratica di finanziarci. Con il tuo aiuto, non negheremo mai l’accesso a nessuno. Grazie.
dicembre 2015
L M M G V S D
« Nov   Gen »
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031  

AMARCORD Fantasmi di guerra

Rifugio antiaereo, campetto di calcio dei salesiani, costruito dalla ditta Paciaroni nel '43 (foto Massimo Sabatinelli)

Rifugio antiaereo, campetto di calcio dei salesiani, costruito dalla ditta Paciaroni nel ’43 (foto Massimo Sabatinelli)

Il campetto di calcio dei Salesiani, siamo nell’odoroso maggio, ci mise di fronte alla testimonianza di una tragedia del nostro passato recente. La ruota di un camion, entrato nel cortile per caricare materiale di risulta, affondò in una buca dalla quale emerse il vecchio rifugio antiareo, dimenticato da tempo e ignoto ai più.

Il Corriere si trovò così a richiamare l’attenzione sui

Fantasmi di guerra

(Corriere Adriatico del 17 maggio ’91)

È venuto alla luce per caso, ma con lui sono rinate all’improvviso vecchie angosce, confinate da tempo nella nicchia più riposta dei ricordi, quella che si preferisce sempre colorare con il nero della dimenticanza…

L’abbiamo fotografata, grazie all’aiuto di Massimo Sabatinelli, questa galleria di amare memorie. Di quando dalla torre civica urlava la sirena e la gente correva a trovarvi riparo, chi seduto sui gradoni laterali, chi steso a terra, sentendosi, in tal modo e chissà perché, più sicuro; di quando gli aerei rombavano sull’innocenza indifesa e le bombe scandivano ritmi di agonia. Quel buco che ingoiava disperati in fuga sembra conservare ancora oggi una specie di ghigno feroce, una smorfia tragicamente beffarda. Abbiamo visto una piccola folla di bambini, che ha goduto per un giorno di un divertimento inusuale, ma, accanto a loro, stazionavano, i volti tirati, i ragazzi di ieri, muti messaggeri della paura, forzati del terrore, testimoni dell’assurdità.

Anche a noi è venuto il pensiero di aver giocato per tanti anni su quel campetto senza il sospetto che stavamo schiamazzando sopra uno dei cimiteri della ragione. E ora la follia è tornata a reclamare i suoi diritti, sia nella memoria di chi l’ha vissuta che nel quotidiano di chi non sapeva, soprattutto dei ragazzini …(l.p.).

Invia un commento

Puoi utilizzare questi tag HTML

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>